Parlare in pubblico

COMUNICAZIONE E CRESCITA PERSONALE

 

Quali errori vengono commessi quando si parla in pubblico?

 

Per tante persone è molto difficile raggiungere risultati desiderabili, per altre invece è addirittura molto semplice e spesso ciò è dovuto alle proprie capacità di comunicare in maniera efficace con i propri interlocutori e questo vale sia per la vita privata sia per quella professionale.

L’esigenza di comunicare in maniera efficace in pubblico permette di intraprendere un percorso ottimale per il raggiungimento dei propri obiettivi. Si pensi a un professionista che deve esporre le proprie conoscenze in un convegno, oppure a un politico che deve parlare con la sua platea, semplicemente, si pensi al dipendente che deve intavolare un discorso con il capo, per l’aumento dello stipendio.

I casi sono davvero tanti e non sono tutti limitati alla platea, ma banalmente anche al superamento di un esame universitario o di un colloquio di lavoro.

Per affrontare tutte queste situazioni si possono intraprendere tecniche specifiche per il public speaking, mirate al miglioramento della comunicazione con i propri interlocutori professionali o della vita privata. Innanzitutto, l’esercitazione è fondamentale per imparare a gestire lo stress ed evitare di dimenticare cosa si ha da dire.

Un discorso però deve essere sempre accostato alla gestione del linguaggio del corpo, quindi, oltre a preparare una relazione convincente è necessario imparare a rompere il ghiaccio e stabilire una relazione con gli interlocutori, per poi concludere la propria esibizione con gli applausi, perché solo un’esperienza positiva apre a nuove possibilità.

In questo articolo vedremo quali sono gli errori più comuni nel parlare in pubblico, avrai visto più volte qualcuno farlo in maniera sbagliata e spesso per via di un preconcetto, per cui non ci sarebbe bisogno di nessun corso di public speaking (scopri quello di Massimiliano Cavallo).

Une dei primi errori è quello di iniziare il discorso dicendo di non essere adatti a esporre un certo concetto, perché a tale affermazione la risposta potrebbe essere “non parlare se non sai”. Lo stesso discorso vale se si inizia con delle scuse per il tempo perso, perché lascia presagire che il discorso da affrontare non sia abbastanza interessante.

Attenzione, mai iniziare con la parola “niente”, perché vuol dire “niente”, stesso discorso vale per i verbi al passato, mentre si sta parlando al presente, per non parlare di chi inizia con una barzelletta che non fa ridere.

Altro errore è quello di fare citazioni in che non hanno realmente a che fare con il discorso e che nessuno potrebbe interpretare facilmente.

Invece, cosa è davvero importante? Lo sguardo… è sbagliato guardare la platea fissando un punto nel vuoto, come anche nascondersi dietro a un leggio, in questi casi viene “costruita” una barriera tra chi parla e il suo pubblico.

Dall’altro canto giocherellare con il filo del microfono, oppure stringerlo addirittura con due mani, camminare continuamente senza fermarsi mai, sono tutti atteggiamenti che dimostrano ansia, frenesia e nervosismo nell’affrontare la situazione.

Lo sguardo, i movimenti del corpo, l’impatto iniziale, sono elementi che fanno da contorno al discorso vero e proprio, che non deve mai disperdersi, tra mille parentesi che poi distolgono l’attenzione, quindi diventa difficile tornare sul ragionamento quando ormai si è persa la concentrazione.

Per evitare di perdersi, infatti, è necessario preparare prima degli appunti da seguire, ma attenzione a non “leggerli per forza”, dimostrando scarsa competenza sulle informazioni da trasmettere.

Ma il più grande errore che molte persone fanno quando partecipano ai corsi di public speaking è provare ad applicare delle regole fisse, come variare il volume della voce, aprire bene la bocca o gesticolare, rischiando di perdere di vista la semplicità e la naturalezza che stabilisce una relazione.

Nella comunicazione sono insiti numerosi aspetti da non trascurare, per fare in modo che il messaggio trasmesso venga recepito. Le parole sono efficaci solo al 7%, mentre il 38% della relazione avviene sul piano para-verbale, che consiste nel modo in cui vengono pronunciate le parole, con quale tono, con quale timbro, utilizzando quale volume e quale inflessione della voce.

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